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Semplice come respirare

Il controllo del respiro come calmante del corpo e della mente

wellness mindfulness

Come spesso avviene per tutto ciò che è quotidianamente sotto i nostri occhi e non rappresenta più una novità, ci abituiamo a dare per scontate certe cose senza più essere in grado di percepirne la presenza e l’importanza. Così avviene, ad esempio, anche per il respiro,  quell’indispensabile atto della vita che, dal primo vagito del neonato,  accompagna l’uomo senza interruzione per tutta la sua esistenza.

Secoli di saggezza ci insegnano che il controllo della respirazione può calmare il cervello, ma solo di recente la scienza ha iniziato a scoprire come funziona. Uno studio recente ha messo in evidenza il ruolo chiave di un circuito neurale che fa parte di quello che è stato definito il “pacemaker respiratorio” del cervello perché può essere regolato alterando il ritmo respiratorio (la respirazione lenta e controllata diminuisce l’attività nel circuito, la respirazione veloce e irregolare aumenta l’attività), che a sua volta influenza gli stati emotivi. Il modo in cui ciò accade è ancora oggetto di ricerca, ma sapere che il percorso esiste è un grande passo avanti.

Inoltre, la respirazione sembra regolare la pressione sanguigna. “Fai un respiro profondo” è un valido consiglio, in particolare quando si tratta di mantenere la pressione sanguigna da spike. Mentre non è chiaro se sia possibile gestire completamente la pressione arteriosa con la respirazione controllata, la ricerca suggerisce che il rallentamento della respirazione aumenta la “sensibilità baroriflessa”, il meccanismo che regola la pressione sanguigna attraverso la frequenza cardiaca. Nel corso del tempo, l’utilizzo della respirazione controllata per abbassare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca può ridurre il rischio di ictus e aneurisma cerebrale e, in generale, riduce lo stress sui vasi sanguigni (un grande vantaggio per la salute cardiovascolare).

Si è visto che contare i respiri influisce sulle regioni del cervello implicate nel controllo emotivo. Ovvero, in uno studio recente è stato chiesto ai partecipanti di contare quanti respiri hanno fatto per un periodo di due minuti, il che li ha indotti a prestare un’attenzione particolarmente focalizzata alla loro respirazione. Quando hanno contato correttamente, l’attività cerebrale (monitorata dall’EEG) in regioni correlate all’emozione, alla memoria e alla consapevolezza ha mostrato uno schema più organizzato rispetto a quello che si verifica normalmente durante uno stato di riposo. I risultati sono ancora preliminari, ma sicuramente svela qualcosa di più profondo rispetto al controllo della respirazione.

Le nuove evidenze scientifiche mostrano, quindi, che gli interventi mente-corpo producono effetti benefici, soprattutto a livello di riduzione dello stress, della depressione, dell’ansia e di patologie mediche sia in popolazioni cliniche che sane. Tali effetti si riscontrano in tutte le tipologie di intervento, sia in quelle dinamiche con una componente fisica evidente come lo yoga, il pilates e alcune arti marziali (es. Tai Chi), sia in quelle più statiche come la mindfulness, la meditazione e le tecniche di regolazione del respiro.

 

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