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Perchè è importante parlare con i bambini degli attentati di Parigi?

parigi bambiniToccanti e significative le immagini televisive di Parigi in cui genitori, accompagnati dai loro bambini, andavano a portare un fiore o ad accendere una candela: un saluto alle vittime dell’attentato e un messaggio di condivisione del dolore ai loro familiari. Genitori con i loro bambini.

La convinzione che i più piccoli non capiscano o che non possano capire le cose dei grandi è un grave errore. I bambini le cose le comprendono prima che i grandi le dicano, perché sono in grado di avvertire tutte le emozioni che provano le persone affettivamente importanti intorno a loro. Per questo, è fondamentale parlare con loro di ciò che gli accade intorno e nel mondo, anche se si tratta di un evento traumatico.

Ci sarebbe da chiedersi, poi, quanto vicina o lontana sia percepita effettivamente dagli adulti la città di Parigi, oggi. La distanza dalla vicenda tragica che l’ha investita dipende da quanto gli adulti si sono sentiti coinvolti dal dramma e quanto si sentano vicini o lontani dalle vittime dell’attentato. Quanto più gli adulti riusciranno a gestite la propria ansia, sgomento, sofferenza per questa tragedia continuando ad essere per i propri figli dei punti di riferimento forti e sicuri, tanto più i bambini saranno in grado di capire e contenere le loro stesse emozioni negative collegate all’evento. Se l’adulto è spaventato il bambino non avrà paura dell’accaduto, bensì della paura dell’adulto. La reazione del primo condiziona il vissuto del secondo rispetto all’evento, nonché la sua risposta. L’adulto, che si tratti di un genitore o di un insegnante, deve porsi come un filtro tra il mondo interno del bambino e la percezione della realtà esterna. Certamente non è facile parlare di eventi traumatici, e la difficoltà può variare molto in base all’età dell’interlocutore e all’abitudine di parlare in famiglia delle vicende quotidiane. Tuttavia, se l’adulto ne sa parlare con tranquillità, evitando ogni tono drammatico o esagerazione, il bambino si sentirà al sicuro e potrà anche esplicitare le sue paure.

È importante che il genitore o l’insegnate rispondano a tutte le domande poste liberamente dai più piccoli con un tono di voce sicuro, avvicinando le proprie emozioni alla loro ansia, paura, insicurezza, perplessità. Gli eventi traumatici causati dall’azione volontaria di uomini verso altri uomini sono più difficili da spiegare, da capire, da accettare, da raccontare. In questo caso, il codice di comunicazione deve essere più emotivo che razionale. Più che dare troppe spiegazioni, occorre rassicurare e collegarsi al vissuto emotivo dell’altro.

Ci sono diversi modi per sostenere il proprio figlio nel riconoscimento della situazione che ha creato disagio e sofferenza. Per comprendere l’allarme emotivo provocato dall’evento e trasmettere la classificazione del pericolo e del rischio, il genitore può utilizzare il gioco e la mediazione di giocattoli e personaggi, in modo da fare verbalizzare al bambino le sue paure. Con i più grandi possono essere utilizzati il disegno, la metafora, un’immagine, una frase. Basta aspettare che il bambino ponga una domanda o esprima un pensiero per porre rimedio ai suoi timori, ai suoi dubbi ed alle sue ansie. Ricordando che il pericolo peggiore è il silenzio, l’occultamento del dolore, la negazione della realtà: il dialogo, la condivisione, l’esplicitazione sono sempre l’antidoto più efficace alla sofferenza e alla paura.

(Testo a cura di Rita Di Iorio, coordinatrice Gdl ” Psicologia delle Emergenze” dell’OPLazio)

FONTE: http://www.huffingtonpost.it/ordine-psicologi-del-lazio-/perche-e-importante-parlare-con-i-bambini-di-parigi_b_8580346.html